Blog | Settembre 2021

Piano Nazionale Ripresa e Resilienza: il cambiamento green che rivoluzionerà il futuro dei giovani di oggi, adulti di domani

Fondi del PNRR, aumento dell’occupazione nel settore dell’energia e nascita di nuovi corsi universitari dedicati. L’Italia si prepara a essere sempre più green: la transizione ecologica è iniziata!

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Le misure di investimento per lo sviluppo economico e la ripresa del nostro Paese avranno un impatto determinante sulle nuove generazioni. Permetteranno di sviluppare e incentivare nuove politiche energetiche nel settore delle rinnovabili, che porteranno alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera con un effetto positivo sul clima. Ma i benefici non riguarderanno solo la sostenibilità ambientale, perché il PNRR avrà un impatto sul futuro dei giovani anche in termini di occupazione.

I progetti presenti nella Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicata alla “Rivoluzione Verde e alla Transizione Ecologica”, si propongono di incrementare la quota di fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione. Dei 59,47 i miliardi di euro destinati alla “Green Revolution”, circa la metà, ovvero 23,78 miliardi di euro sono, infatti, riservati allo sviluppo delle energie alternative, dell'idrogeno e alla mobilità sostenibile.

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Questi fondi rappresentano quindi un’opportunità unica per il nostro Paese, nel quale la transizione ecologica sta avvenendo forse troppo lentamente rispetto agli altri Stato europei, nonostante i potenziali vantaggi legati all’abbondanza di risorse rinnovabili - come il sole, l’acqua, il vento e i sottoprodotti agricoli e industriali valorizzati attraverso il biogas - che di fatto vanno a compensare la scarsità di risorse tradizionali e i rischi climatici legati alla configurazione geomorfologica. Il loro obiettivo è quindi incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e di favorire la decarbonizzazione del maggior numero di settori industriali possibile, che si convertiranno a soluzioni basate sulle energie alternative.

In Italia, prima di oggi non era mai stata destinata una percentuale così significativa di fondi all’ambiente, e questa scelta è destinata a influire in maniera importante sul futuro dei giovani. I nostri ragazzi, che hanno vissuto la stagione dei Fridays For Future, gli scioperi per il clima lanciati da Greta Thunberg, sono più sensibili di noi a stili di vita sostenibili e sono attenti agli sprechi di elettricità, acqua, cibo nella vita di tutti i giorni. Sono anche disposti a pagare un prezzo più alto per prodotti che rispettano l’ambiente. Sono quindi una generazione alla ricerca di lavori sostenibili, per contribuire a creare un'Italia più green.

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Maggiori investimenti equivalgono quindi a un maggior numero di posti di lavoro nel settore delle rinnovabili. Lo confermano i dati IRENA, secondo i quali “investire, da qui al 2030 nella transizione energetica, porterebbe portare al sistema Italia 23mila posti di lavoro in più e una crescita addizionale del PIL di poco inferiore al 2% in 10 anni”. Numeri importanti se si pensa che, la stessa International Renewable Energy Agency, ha rilevato che nel 2019 l’energia pulita ha tagliato un nuovo traguardo raggiungendo gli 11,5 milioni di occupati a livello globale.

Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità condivisi dall’Unione Europea e dagli accordi internazionali, i fondi del PNRR da soli non bastano. È necessario rafforzare l’attività di ricerca e lo sviluppo in ambiti innovativi come il settore delle rinnovabili e le università italiane sembrano averlo già compreso. Negli ultimi anni sono nate nuove professioni nel settore dell’energia, come conseguenza dell’aumento di corsi di studio dedicati ai temi della sostenibilità e alle rinnovabili.

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Data scientist e data analyst, ingegneri ambientali, esperti di informatica, economisti con background nel settore energetico, avvocati specializzati in diritto ambientale: in un decennio c’è stato uno sviluppo di professioni legate al nostro settore. Nonostante questo, il mercato del lavoro italiano non riesce comunque a soddisfare la domanda di profili innovativi che arriva dall’intero comparto.

Ora come non mai, le università italiane stanno puntando sul green per rispondere alle richieste delle imprese energy. E questo è un trend in crescita: in meno di 10 anni si è passati da 18 corsi dedicati all’ambiente e alla sostenibilità ai 37 del 2019. L’offerta degli atenei è più che raddoppiata ed è destinata ad aumentare ulteriormente, contribuendo alla nascita di professioni nuove, in grado di portare avanti la trasformazione green, di cui il PNRR è attualmente il maggior acceleratore.

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Queste professioni nascono anche in seno a progetti che le aziende portano avanti con le università: in BTS Biogas, per esempio, abbiamo attive collaborazioni di lunga data con il mondo accademico che consentono di valorizzare i talenti e creare opportunità per i giovani.

Sono quindi convinto che anche noi, come imprese, possiamo fare la nostra parte promuovendo un dialogo produttivo con il mondo della ricerca per contribuire ulteriormente allo sviluppo delle professioni del futuro!

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