Blog | Marzo 2023

Aste Biometano: una riflessione sulle prossime sfide del mercato

Franco Lusuriello, Amministratore Delegato di BTS Biogas e Consigliere del CIB effettua un’analisi sulle prossime sfide legate al nuovo decreto biometano ed in particolare alle tempistiche associate al meccanismo delle aste.

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Le Regole Applicative pubblicate dal GSE il 13.01.2023 prevedono un certo numero di aste annuali con tempistiche rigide di apertura, chiusura e data di rilascio della graduatoria.

Se da un lato queste tempistiche permettono di pianificare le attività propedeutiche all’entrata in asta, dall’altro provocano una concentrazione temporale nell’approvvigionamento dei servizi di EPC (progettazione, approvvigionamento e costruzione) e/o di fornitura di componenti.

Infatti, gli impianti che grazie alle procedure competitive si garantiranno la tariffa del GSE dovranno entrare in rete entro 18 mesi dall’ammissione, pena la riduzione (cd. “decalage”) della tariffa incentivante dello 0,5% per ogni mese di ritardo, fino ad un massimo di 9 mesi. La tariffa riconosciuta può quindi ridursi fino al 4,5% con un impatto importante sui ricavi previsti nei business plan degli impianti. Oltre tale termine il diritto agli incentivi previsti dal DM 2022 (contributo in conto capitale e tariffa incentivante) decade.

Realizzare un impianto di biometano, dal momento della stipula dei contratti di appalto alla prima immissione in rete, è generalmente un processo che richiede almeno 14-16 mesi. In questo periodo di inflazione, di scarsità delle materie prime, di dilatazione dei tempi di fornitura il processo può durare più a lungo. Ecco quindi la prima sfida di questa corsa verso l’immissione in rete: l’approvvigionamento di materie prime e tecnologie.

Anche l’inflazione fa la sua parte: in un momento in cui i fornitori aumentano i propri listini con cadenza regolare, prima si costruisce e meno si è in balia dell’aumento dei prezzi. Il CAPEX del progetto, nonché la profittabilità dell’investimento, saranno migliori per chi partecipa alle prime aste e inizia ad investire rapidamente.

Tuttavia, poiché molti progetti non saranno in grado di partecipare alla prima asta, è logico pensare che la partecipazione alle gare sarà rinviata alle prossime scadenze.

Tutto questo potrebbe portare ad una congestione di richieste di forniture che i produttori di tecnologie affronteranno applicando il criterio del first in-first out, cioè i cantieri saranno avviati secondo l’ordine di stipula degli accordi. Ecco la vera sfida dei prossimi mesi, a mio parere, aggiudicarsi la capacità produttiva dei pochi fornitori del settore che hanno una storia, una vasta competenza e una solida affidabilità.

Il paradosso è che la capacità produttiva residua di aziende come la nostra, che da oltre 25 anni forniscono impianti di biogas e biometano, si andrà via via riducendo, proprio quando la maggiore partecipazione alle aste porterà ad un maggior numero di impianti da costruire.

Il PNRR ha obiettivi ambiziosi per lo sviluppo del settore e destina 1.7 mld di euro per il potenziamento del biometano in Italia, risorse indirizzate sia alla riconversione a biometano di impiantì agricoli esistenti sia alla realizzazione di nuovi impianti, e lo fa garantendo tariffe incentivanti e sostegni fino al 40% in conto capitale ai soggetti che investiranno nel biometano.

Un’ottima occasione per le aziende italiane. Il mio suggerimento, per chi vuole davvero cogliere queste opportunità, è di assicurarsi per tempo l’accesso alla capacità produttiva dei fornitori di impianti e di materie prime.

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